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L’ultima frontiera del fotovoltaico: la perovskite spray

Arriva dall’Università inglese di Sheffield l’ultima importante novità che potrebbe rivoluzionare il mondo del fotovoltaico, aumentandone moltissimo la diffusione ed incrementandone in maniera significativa le modalità d’impiego.
Si tratta di una tecnica cosiddetta “spray-on”: ovvero, per produrre celle fotovoltaiche, basterebbe spruzzare le superfici desiderate con un particolare tipo di minerale cristallino piuttosto comune e diffuso in tutto il mondo, la perovskite (CaTiO3), composta per lo più da calcio e titanio. In questo modo non solo si ridurrebbero i costi di produzione rispetto alle tradizionali celle in silicio, ma sarebbe possibile anche utilizzarle ad esempio sui tetti delle autovetture, sulle vetrate degli edifici e su superfici di vario tipo, anche curve.
Per il momento l’efficienza di superfici trattate in questo modo, secondo i dati forniti dal team di studiosi che si è occupato di questa ricerca, si attesta attorno all’11%, per cui decisamente inferiore a quella che caratterizza il silicio che può raggiungere anche il 25%, ma trattandosi delle prime applicazioni ed in virtù delle larghe prospettive d’impiego e del contenimento dei costi, pare comunque un risultato più che apprezzabile.
Il professor David Lidzey, coordinatore del progetto, ha spiegato che “L’obiettivo è quello di ridurre la quantità di energia e la spesa necessaria a produrre una cella solare. Ciò significa che abbiamo bisogno di materiali che incorporino poca energia, ma anche di processi produttivi efficienti, affidabili ed energeticamente efficienti”, infondo “le performance delle nostre celle spray sono le stesse delle celle prodotte con metodi più tradizionali su cui si sta facendo ricerca che però sono impossibili da applicare su larga scala”.
Di sicuro l’incremento dell’efficienza rimane un aspetto su cui lavorare ancora, così come anche l’aspettativa di vita di queste innovative celle solari spray, che attualmente è decisamente inferiore ai 25 anni dei pannelli tradizionali; attendiamo dunque di vedere gli sviluppi della vicenda per comprendere se effettivamente questa tecnica troverà applicazione in casi reali e saprà conquistarsi una sua fetta di mercato.
 

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