In fatto di difesa dell’ambiente è in atto una vera e propria rivoluzione. Viene dal web e siamo tutti invitati a partecipare. A diffondere la notizia è il sito Tag24 per la categoria green ed ecologia: è nato WildLeaks! Ed è proprio il caso di dire che la lotta per i diritti dell’ambiente non aveva mai avuto un alleato così potente.
Appena ci colleghiamo alla homepage di Wildleaks, apprendiamo che è ”la prima piattaforma sicura per denunciare in modo anonimo i crimini contro la fauna selvatica e le foreste”.
Il fondatore di WildLeaks è Andrea Crosta, 45 anni, vero amante della natura ma con una lunga esperienza nel settore delle tecnologie applicate alla sicurezza e all’anti-terrorismo. E’ proprio lui a spiegare che, spesso, dietro i crimini ambientali ci sono potenti uomini d’affari e funzionari corrotti e che condividere informazioni talvolta può essere pericoloso. Per questo il sito garantisce l’anonimato di chi lo utilizza, mettendo a disposizione il browser criptato Tor.
In pratica, da adesso, chiunque di noi entrasse in possesso di informazioni in qualche modo rilevanti riguardo un crimine ambientale, può riferirle e mettere in moto un’indagine senza correre alcun rischio.
Ad esempio, in Italia esistono problemi come l’importazione illegale di animali selvatici, il bracconaggio dei lupi e la vendita di legnami la cui provenienza non è certificata. Adesso, se dovessimo notare qualcosa che non va, abbiamo tutti un referente che ci permette di dare una mano. Naturalmente, lo stesso vale anche se magari incappiamo in qualcosa di strano durante un viaggio. Possiamo riferire a WildLeaks ogni informazione che ci sembra significativa, magari anche allegando foto, video e documenti.
Bisogna anche considerare che, in alcuni casi, fermando attività illecite di questo genere si sottraggono fondi alle organizzazioni criminali che ne traggono vantaggio. Quindi non è solo la natura a guadagnarci ma anche la società, noi e i nostri figli. Basta pensare che Andrea Crosta è stato il primo a dimostrare che il braccio africano di al-Qaeda si finanziava attraverso il contrabbando di avorio!
Nonostante sia nato da poco, WildLeaks riceve già molte segnalazioni e segue attivamente numerose indagini, dal bracconaggio di tigri a Sumatra alla caccia di frodo in Africa, fino al disboscamento illegale in Messico, Russia e Argentina. Per vincere queste battaglie è necessario avere contatti con attivisti, funzionari locali e corpi di polizia e sicurezza in tutto il pianeta e così WildLeaks ha già intrapreso numerose attività di comunicazione con diversi Paesi e la rete è in continua espansione. La speranza è che sempre più persone si facciano avanti, decidendo di condividere quello che sanno riguardo i crimini che si commettono ogni giorno nel mondo contro la fauna selvatica e le foreste.
Insomma, vale la pena di tenere gli occhi aperti e tenersi pronti a partecipare! La nostra coscienza sarà più leggera, l’ambiente ci ringrazierà e non dovremo avere paura perché la privacy è garantita.