la metà della popolazione dell’Unione europea, circa 264 milioni di persone, potrebbe riuscire a produrre la propria elettricità in completa autonomia da fonti rinnovabili per il 2050. Il tutto, per quanto suoni come un obiettivo non facile da raggiungere, riuscirebbe a soddisfare quasi il 50% del fabbisogno mondiale. La fonte di questo studio è il report scientifico “ The Potential For energy Citizens in the European Union” dell’istituto di ricerca ambientale per conto di Green Peace.
I cittadini che si autoproducono l’energia potrebbe essere la svolta. «Togliendo il monopolio della produzione di energia alle grandi aziende che continuano a puntare su fonti fossili come carbone, petrolio e gas, sarà possibile definire un modello più democratico, in cui ciascuno contribuisce a produrre energia: è l’unica possibilità per un futuro 100 per cento rinnovabile [Luca Iacoboni – Greenpeace Italia]».
Il rapporto fornisce anche i dati per ciascuno Stato membro dell’Unione. Circa il 40% potrebbe arrivare da impianti domestici, e la stessa quantità da cooperative energetiche, mentre il 25% sarebbe il contributo delle piccole e medie imprese; solo l’1% dagli Enti pubblici.
«Purtroppo il governo, con provvedimenti specifici come la riforma della tariffa elettrica, sta mettendo in ginocchio il settore delle energie rinnovabili, e in particolare quello dei piccoli produttori domestici. Il premier in carica, ha dichiarato che entro fine mandato il 50 per cento dell’elettricità nazionale sarà prodotta da fonti rinnovabili. Se non vuole che anche questo finisca nel calderone delle sole belle parole, per quanto riguarda la politica energetica, c’è solo una strada da prendere, quella di incentivare i cittadini all’autoproduzione.
Inoltre sarà necessario introdurre un sistema di norme e regole a difesa e supporto dell’autoproduzione e l’autoconsumo a livello nazionale e comunitario.