Poco più di un anno fa a Bollate, un paese alle porte di Milano, veniva ultimata la costruzione di un ambizioso ed innovativo progetto che si proponeva di realizzare una tra le prime Passivhaus Mediterranee del nostro Paese; ora, a distanza di poco più di un anno dal momento della consegna delle chiavi nelle mani dei proprietari di quest’abitazioni sono stati resi noti i dati inerenti il monitoraggio delle sue effettive prestazioni.
In genere siamo abituati a sentir parlare di Passivhaus in abbinamento a climi piuttosto rigidi, tanto è vero che si tratta di uno standard nato in Germania e molto utilizzato nei paesi nord europei, caratterizzati da temperature tutt’altro che miti e decisamente differenti da quelle della nostra penisola. Tuttavia è possibile, con una serie di attente valutazioni e facendo i dovuti adeguamenti, ridefinire uno standard di abitazione passiva che si adatti al clima mediterraneo, dove oltre al problema di un adeguato riscaldamento nei mesi invernali, diventa cruciale affrontare anche quello causato dal caldo estivo, trovando il modo di raffrescare la casa in modo alternativo. Questo è quanto è stato fatto da BLM Domus, specializzata nella progettazione e nella costruzione di abitazioni a risparmio energetico con struttura portante in legno,
La registrazione dei dati è stata possibile grazie alla presenza di una stazione meteo installata in casa, in grado di monitorare, 24 ore su 24, temperatura, umidità, qualità dell’aria, livelli di CO2 ed inquinamento acustico e di rilevare in tempo reale qualunque tipo di anomalia. Come ha spiegato Marco Bevilacqua, direttore tecnico di BLM Domus, in un paio di occasioni la presenza dell’alert ha permesso di intervenire tempestivamente per capire cosa stava accadendo e se fosse necessaria qualche modifica; ad esempio ci ha tenuto a raccontare che l’inverno scorso “il sistema aveva evidenziato un brusco calo della temperatura interna al di sotto dei 18 gradi. Ho contattato subito la famiglia per capire se ci fosse qualche problema. In realtà il motivo di tale variazione era una festicciola per la quale la porta di ingresso è rimasta aperta a lungo durante i saluti finali!”. Differente invece il caso estivo, quando con i primi caldi il sistema aveva registrato una temperatura interna di 29 gradi, con un incremento significativo dei livelli di CO2; in tale frangente, ha spiegato Bevilacqua, “Siamo intervenuti nel giro di poche ore, rivedendo l’utilizzo delle schermature solari e le strategie di aerazione notturna pianificate in fase di progettazione; inoltre abbiamo bilanciato il sistema di ventilazione. Grazie a questi accorgimenti abbiamo più che dimezzato la concentrazione interna di CO2, ridotto l’umidità interna di quasi il 10% e portato la temperatura media interna intorno ai 26 gradi”.
A conti fatti il bilancio dei primi dodici mesi è più che positivo e le grandi aspettative della committenza non sono state disattese, tanto che questa ha dichiarato: “È passato un anno dalla consegna delle chiavi abbiamo trascorso nella nuova casa le 4 stagioni. L’isolamento dell’involucro ha funzionato perfettamente, e all’interno la temperatura è rimasta sempre gradevole, garantendoci il comfort abitativo che ci aspettavamo”.
Insomma, qualora servisse, questa è un’ulteriore conferma del fatto che anche nel nostro Paese costruire abitazioni passive è assolutamente fattibile e peraltro possibile esattamente con la stessa spesa che sarebbe necessaria per realizzare un’abitazione tradizionale del medesimo tipo ed in classe A.
In sintesi questa è la descrizione della villetta di Bollate, che si sviluppa su tre piani, di cui quello interrato realizzato in c.a. mentre tutto quanto è fuori terra é stato completamente costruito in legno, per un totale di circa 185 mq abitabili: è dotata di serramenti con schermature solari domotizzate telecomandate, di un impianto fotovoltaico da 6 kWp in silicio policristallino installato sul tetto, di una pompa di calore aria-acqua per la produzione di acqua calda sanitaria, riscaldamento e raffrescamento e di un sistema di ventilazione meccanica centralizzata; mentre per ciò che concerne l’isolamento ed il cappotto si è puntato tutto sulla fibra di legno.
Stiamo ora a vedere se i dati incoraggianti saranno uno sprone per la realizzazione di altre abitazioni di questo tipo.