Perché e quando è stata introdotta l’ora legale? Comporta effettivamente dei vantaggi energetici rilevanti? A pensare a questa soluzione per la prima volta fu l’inventore e politico americano Benjamin Franklin nel 1784 con il chiaro intento di consentire ai cittadini di avere un’ora in più di luce al giorno e di conseguenza risparmiare sull’acquisto delle candele. Chiaramente nel corso dei secoli con l’avanzamento del progresso, le esigenze sono cambiate in maniera sostanziale ma il tema relativo all’assunzione dell’ora legale rimane ugualmente incentrato sul risparmio energetico. Infatti, facendo un veloce excursus storico relativo al nostro Paese, l’ora legale venne adottata per la prima volta nel 1916 e tenuta attiva per ben quattro anni consecutivamente allo scopo di ottenere un risparmio energetico durante la Prima Guerra Mondiale. Sono poi arrivati una cinquantina di anni di dibattito a livello internazionale che hanno portato ad una unità di intenti in molti parti d’Europa tra cui l’Italia, con un coordinamento per la gestione dell’ora legale a partire dal 1966. Il dibattito che ha comportato una diversificazione piuttosto evidente nel Mondo con Paesi che non adottano l’ora legale, altri che spostano le lancette dell’orologio in maniera variabile (dalla mezz’ora talvolta utilizzata dalla Nuova Zelanda fino alle 2 ore e 40 minuti di altri casi limite), è basato sui alcuni pro ed alcuni svantaggi.
Il risparmio energetico è senza dubbio il principale motivo che ha spinto Paesi come l’Italia ad adottare l’ora legale. Un recente rapporto di Terna, la società che gestisce le reti per la trasformazione ed il trasporto dell’energia elettrica, relativo al periodo che va dal 2004 al 2013 ha evidenziato come l’adozione dell’ora legale abbia comportato un risparmio energetico di 6,6 miliardi di kilowattora pari a circa 950 milioni di euro. Per rendere bene l’idea dell’impatto da un punto di vista energetico, il dato appena evidenziato è pari al fabbisogno annuale di circa 200 mila famiglie italiane o meglio ancora a tre giorni di consumi dell’intera Lombardia. Analizzando maggiormente nel merito, è chiaro che l’ora di luce in più giornaliera comporta la possibilità per i cittadini di utilizzare di meno I dispositivi elettrici partendo da quelli di illuminazione fino ad arrivare a televisori, personal computer, videogiochi e via dicendo in quanto la luce solare invoglia ad uscire di casa. Nel rapporto è emerso come il mese nel periodo primaverile – estivo che presenta il maggior risparmio con 144,2 milioni di chilowattora in meno è quello di aprile mentre nel periodo autunnale la palma va al mese di ottobre con ben 152,3 milioni di chilowattora risparmiati. Per quanti vogliono approfondire questa tematica e magari conoscere tante curiosità relative all’ora legale, è possibile visitare una completa infografica a questo indirizzo dove si possono ottenere informazioni circa l’evoluzione storica dell’ora legale, le attuali posizioni in merito da parte dei Paesi del Mondo, i vantaggi, gli svantaggi, come avviene da un punto di vista tecnico il cambiamento dell’orario, le controversie che ne sono nate e molti consigli utili per sfruttarne ogni beneficio.
Tuttavia il risparmio energetico dovuto all’ora legale, in molti Paesi diventa uno svantaggio in quanto si trasforma addirittura in aumento del consumo energetico. In particolare in Stati come l’Indiana, è stato riscontrato un maggiore consumo di energia elettrica in ragione di un’ora in più di utilizzo di condizionatori per rinfrescare le temperature negli uffici, nei negozi e via dicendo. Questo significa che il discorso deve essere in rapporto alla posizione geografica. Tornando in Italia un altro punto a favore che ha contribuito a convincere gli italiani della bontà dell’adozione dell’ora legale (l’82% è favorevole) è il risultato di uno studio eseguito dal Ministero dell’Interno nel 1995, secondo il quale un’ora in più di luce al giorno comporti la diminuzione della criminalità del 3%. Infine, i principali aspetti che vengono considerati svantaggi dell’ora legale sono l’aumento del 10% del rischio d’infarto dovuto al cambiamento brusco del programma giornaliero e la protesa degli agricoltori comportata ad un’ora in meno di luce al mattino con conseguenti penalizzazioni nel loro lavoro.