Le scelte necessarie a contrastare i mutamenti climatici e favorire uno sviluppo sostenibile non dipendono solo da governi ed istituzioni. È importante la sinergia con il ruolo della società e dell’economia. Per questo va acclamata con vigore Elettricità Futura: la nuova associazione che nasce per far fronte ai cambiamenti dalla fusione di Assoelettrica e Assorinnovabili, le principali associazioni dei produttori “tradizionali” di energia e del mondo delle rinnovabili.
per il momento nel resto dell’Europa non è accaduto niente di simile.
In Italia il tutto è stato favorito dal peso rilevante raggiunto dalle rinnovabili elettriche nella produzione nazionale (circa il 40%) e dalle nuove strategie energetiche, in particolare dell’Enel.
Nonostante la frenata di Trump sugli accordi di Parigi e il suo ritrovato interesse per il carbone, molte cose nel mondo parlano di un futuro in cui sempre più efficienza e rinnovabili saranno i driver del settore.
Pochi giorni fa l’Inghilterra, il primo paese ad aver impiegato il carbone nella produzione di energia elettrica, ne ha fatto a meno per un’intera giornata. E si annuncia il phase-out dal carbone entro il 2025. Al tempo stesso la penetrazione delle rinnovabili, accompagnata ad uno sforzo rivolto all’efficienza, rende più forte la potenzialità dell’energia elettrica in nuovi campi. Penso ad esempio alla mobilità elettrica, che viene spinta dagli investimenti che la Cina porta avanti.
Wall Street sembra scommettere su questo futuro, con Tesla che, dopo aver sorpassato Ford, ha raggiunto e superato con 51 miliardi di dollari la quotazione in borsa di General Motors.
Inoltre pare che in Francia, Macron sia intenzionato a raddoppiare il contributo alle rinnovabili e introdurre una “carbon tax” da 100 euro a tonnellata.
Questi quindi sembrerebbero i tutti segnali che invitano a guardare il mondo con occhi sognanti, La precedente Strategia Energetica Nazionale (Sen) risentiva di questi limiti ed è stata superata dai fatti. Alla nuova Sen stanno lavorando i ministri Calenda e Galletti. Dovrà coinvolgere tutti i settori produttivi a partire dall’edilizia e dai trasporti. Di fatto quindi serve un lavoro ed un obiettivo comune che chiami tutti gli attori ad una certa coerenza strategica.
Dovrà prevedere, in tempi certi, l’uscita dal carbone nella produzione elettrica: già oggi il suo contributo è marginale, mentre in alcuni paesi, come la Germania rimane importante (circa il 40%).
Comunque, se è il metano la fonte su cui puntare per la transizione alle rinnovabili, dobbiamo assicurare all’Italia forniture certe e costi contenuti.