In Australia, un team composto da più di 50 ricercatori facenti capo al Victorian Organic Solar Cell Consortium, che racchiude al suo interno realtà come le università di Melbourne and Monash e il CSIRO (Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation), è riuscito ad ottenere un inchiostro solare stampabile su plastica, che consentirebbe di catturare la luce trasformandola in energia, esattamente come avviene con i tradizionali pannelli fotovoltaici. A differenza di questi però il nuovo inchiostro sarebbe applicabile su vari tipi di materiali, anche flessibili, il tutto a costi davvero contenuti, dato che le materie prime utilizzate sono piuttosto comuni ed economiche, senza contare che pare possa funzionare bene persino in condizioni meteorologiche non proprio favorevoli.
Questa ricerca viene portata avanti già da diversi anni, essendo partita nel 2007, ma fin da subito l’obiettivo da raggiungere era ben chiaro: ovvero, riuscire a realizzare delle celle solari economiche e di largo impiego, proprio come quelle ora realizzate che sono “stampabili su plastica”. Adesso che arrivano i primi veri risultati e tutto sommato appaiono soddisfacenti, molte aziende hanno già manifestato il proprio interesse verso questa nuova tecnologia, per la quale sembra davvero che il momento della commercializzazione debba arrivare a breve.
La svolta è avvenuta nel 2011, quando è stato messo a punto un processo di stampa roll-to-roll, che ha consentito di ottenere un inchiostro che può essere utilizzato anche con le normali stampanti commerciali, adattate con poco costo e senza particolari difficoltà allo scopo. Nel corso degli ultimi 18 mesi poi, queste innovative celle solari stampabili sono state testate, venendo posizionate sulla copertura dell’ufficio principale del CSIRO, con sede a Clayton: i primi risultati sono piuttosto soddisfacenti anche se l’efficienza media è decisamente inferiore (all’incirca 10 volte meno) rispetto a quella garantita dai tradizionali pannelli in silicio. Chiaramente gioca a favore di questa nuova scoperta il suo basso costo di produzione ed il fatto che avendo a che fare con uno strato estremamente sottile (che peraltro può essere realizzato in versione colorata o semitrasparente) questo in realtà può essere applicato su vari dispositivi, come tablet, pc portatili, smartphone, ma anche alle finestre o su oggetti più piccoli e d’altro tipo, con una varietà sconfinata di applicazioni, senza che sia l’estetica a risentirne in alcun modo.
I lavori del team australiano continuano proprio per riuscire ad aumentare le prestazioni dell’inchiostro solare, quanto più sarà possibile così da poter effettivamente iniziare a commercializzare il prodotto, rnedendolo maggiormente appetibile. Staremo a vedere cosa accadrà nel prossimo futuro.