Forse il COVID, qualche buona cosa l’ha anche lasciata; pare infatti che uno studio della società Ember confermi che da marzo 2020, quindi nei primi 6 mesi dell’anno, le energie da fonti rinnovabili hanno superato le fossili in Europa. Nei primi 6 mesi del 2020 (gennaio-giugno), le energie rinnovabili (eolico, solare, idroelettrico e biomasse) hanno generato il 40% dell’elettricità dell’Ue-27, mentre i combustibili fossili insieme (carbone, gas, ecc.) ne hanno generato il 34%. L’aumento quindi delle energie rinnovabili è complessivamente dell’ 11% e ciò è dovuto in parte agli investimenti nei nuovi impianti eolici e solari, in parte alle condizioni climatiche favorevoli che si sono verificate all’inizio dell’anno (mite e ventoso).L’energia eolica e quella solare hanno raggiunto il record (stimato al 21%) della produzione totale di elettricità in Europa e una penetrazione ancora maggiore in Danimarca (64%), Irlanda (49%) e Germania (42%).
il solare ha registrato una crescita del 16%, l’idroelettrico del 12%, l’eolico del 11% e le biomasse dell’1%.
I combustibili fossili, invece, sono diminuiti del 18% schiacciati da due fronti: l’aumento della produzione di energia da rinnovabili e un calo del 7% della domanda di elettricità a causa del Covid-19.
Confrontando la prima metà del 2019, la produzione di carbone è scesa del 34%, quella della lignite del 29% mentre quella del gas ha registrato un calo del 6% (tra i paesi interessati dalla riduzione vi è anche l’Italia con un -16%). La conseguenza positiva di tutto ciò sta nel fatto che le emissioni di CO2 del settore energetico dei 27 Stati membri Ue sono diminuite di circa il 23%.