Convolute strutture che rivoluzionano lo skyline di intere città, intricate facciate che ricordano sculture astratte e che si muovono come girasoli di metallo in cerca del sole, giardini verticali che rimpolpano la depauperata biodiversità cittadina. Sempre più numerose sono le strutture bizzarre che fanno capolino nei progetti di valorizzazione e recupero urbano di tante città sul globo.
Dalla Pertamina Energy Tower in Indonesia alle cosidette Kinetic Feathers in Germania, ai giardini verticali di Porta Nuova a Milano, la lista di edifici visionari che sembrano appartenere ad un film di fantascienza si allunga sempre di più.
Ciò che non tutti sanno però è che molti di questi capolavori architettonici non sono un capriccio in cerca di guinness da primato, ma un’innovativa formula che coniuga architettura ed efficienza energetica.
A Seoul la Federation of Korean Industries Headquarters si erge per 50 piani e 240 m di altezza. La sua ‘pelle’ esterna garantisce un alto livello di efficienza dei sistemi di riscaldamento e condizionamento, abbattendo sprechi e consumi. Le facciate rivolte ad occidente sono rivestite da una serie di pannelli fotovoltaici finestrati inclinati di 30° che captano la massima quantità dei raggi solari e garantiscono la copertura energetica dell’edificio. Questa filosofia costruttiva risponde ai requisiti imposti dal distretto di Yeoido in base ai quali gli edifici commerciali di larga scala devono produrre almeno il 5% del proprio fabbisogno energetico.
In Indonesia la Pertamina Energy Tower torreggia il profilo di Jakarta con il suo profilo semplice e al tempo stesso sofisticato. La facciata ad imbuto convoglia le correnti d’aria e i venti trasformandoli in Energia Eolica. Dotata di un padiglione d’arte, una moschea e un’impianto per la produzione d’energia, la torre che conta 99 piani, si è guadagnata a pieno titolo la definizione di “beacon of energy” -radiofaro energetico. La Pertamina Tower è il primo grattacielo al mondo nel quale il design è sviluppato attorno al motivo dominante dell’energia ed è destinata a diventare un punto di riferimento per l’innovativa integrazione di design, ingegneria e sostenibilità energetica.
A Città del Messico e in Germania sono stati collaudati con successo gli edifici mangia-smog dove originali rivestimenti modulari in biossido di titanio che imitano la forma di un corallo non solo migliorano l’estetica ma depurano anche l’aria da numerosi agenti inquinanti. Tra questi gli ossidi di azoto, le polveri sottili e i composti organici volatili. Una reazione chimica tra le microparticelle di biossido di titanio (che fungono da fotocatalizzatore) delle strutture anti smog, la radiazione solare e i composti inquinanti, permette la trasformazione di questi ultimi in sali minerali innocui.
Singapore, Abu Dabi e Seoul sfoggiano edifici ricoperti da strutture mobili che sono state chiamate alternativamente lamellae, fins (pinne) e feathers (penne) che in risposta a segnali inviati da sensori di luminosità vengono estroflesse durante le ore più calde al fine di garantire un effetto penombra e ridurre l’uso di sistemi di raffreddamento . Grazie a sofisticati sistemi che permettono di controllare l’inclinazione di questi elementi mobili in funzione della direzione dei raggi solari, le strutture vengono chiamate kinetic facades.
E infine i Giardini verticali di Porta Nuova a Milano che, frutto del crescente binomio tra architettura e scienze naturali, reintroducono il concetto di architettura organica originariamente coniato e sviluppato da Frank Lloyd Wright. Con una superficie totale comparabile a quella di un bosco e 1000 esemplari di specie ed essenze diverse, il progetto mira a sviluppare un ecosistema integrato in città con effetti benefici sulla qualità dell’aria e l’isolamento termico delle residenze stesse.
Non solo vezzo estetico dunque, ma necessario connubio di natura, architettura e ingegneria al fine di raggiungere un vivere sostenibile dal punto di vista energetico, ambientale e della salute.